Il rito, antichissimo, si svolge il 27 dicembre ed è noto coi nomi “Brina” “Sciapa.”
L’inverno è anche periodo di questue, la prima ha luogo a Ugovizza; i protagonisti sono coloro che durante l’anno sono divenuti maggiorenni. Il rito, antichissimo, si svolge il 27 dicembre ed è noto coi nomi “Brina”, “Sciapa.” Nell’occasione i ragazzi si presentano alla loro comunità peregrinando di casa in casa ad augurare un buon anno nuovo. L’augurio non è banale ed improvvisato, ma avviene attraverso l’esposizione di una frasca di abete bianco: la brina o sciapa, addobbata con simboli antichi, ognuno dei quali raffigura un auspicio particolare, prosperità, salute, felicità … Ogni padrone di casa omaggia il capannello con un'offerta che servirà ai giovani per organizzare la loro festa. La comunità è coinvolta, il gruppo non è lasciato solo, e mentre i giovani vengono ricevuti nelle case, un coro spontaneo di uomini intona, nello spazio antistante la dimora visitata, le melodiose note di Hoch sollst du leben….
Foto: Max Maraldo (Archivio Palazzo Veneziano)