La Pechtra Baba è uno spirito malvagio che in passato era molto temuto per l’influsso negativo sulla produzione agraria.
È la vigilia dell’epifania, si fa sera, un cupo frastuono di campanacci echeggia nelle vie dei borghi. È la cacciata della Pechtra Baba, uno spirito malvagio che in passato era molto temuto per l’influsso negativo che poteva avere sulla produzione agraria. L’onere di allontanare la Pechtra spetta ai bambini che con il candore della loro anima possono far fronte alla negatività dell’essere nefasto. Lo strumento per la caccia è il rumore, quello assordante dei coperchi di pentola battuti gli uni sugli altri e quello dei batacchi delle campane scosse da ragazzini che, lanciati in corse sfrenate, cercano di portare la Pechtra fuori dai confini del loro pese. Questa figura che sconfina dal mondo infernale e selvatico nell’universo domestico è a volte raffigurata come uno spirito astratto, altre volte come una sorta di befana cenciosa; spesso, personificata da un ragazzo del posto.
Attualmente il rito è visibile a Ugovizza, Camporosso e Malborghetto.
Foto: Archivio Palazzo Veneziano