Le miniere del Rio Resartico sono state per lungo tempo una delle principali fonti di reddito per gli abitanti di Resiutta.
Alle pendici settentrionali del massiccio del Monte Plauris gli aspetti geologici del territorio hanno costituito per oltre un secolo un concreto riferimento per le attività di una intera comunità; le miniere del Rio Resartico sono state per lungo tempo una delle principali fonti di reddito per gli abitanti di Resiutta.
Dalla fine dell’ottocento e fino a primi anni cinquanta nella Miniera, da venature bituminose intercalate nelle rocce dolomitiche, si estraeva un minerale bruno, leggero, di facile infiammabilità; questo veniva portato a Resiutta per essere distillato per estrarne alcuni oli minerali pesanti, utilizzando come combustibile i gas che si liberavano durante la distillazione.
Proprio dall’olio che proveniva dal Resartico era garantita la prima illuminazione pubblica della città di Udine, ma si otteneva anche l’ittiolo, usato come farmaco.
Per raggiungere la Miniera del Resartico bisogna partire dalle ultime case della borgata di Povici di Sopra e seguire il sentiero CAI n.702, lungo il quale ci si inerpica lungo la valle su un percorso intercalato da rigogliosi tratti boschivi e aspri alvei torrentizi, per raggiungere il vecchio Borgo Minerario dove a quota 900 m sorge un comodo e confortevole ricovero a disposizione degli escursionisti. Dal Borgo, proseguendo ancora lungo il sentiero e seguendo le indicazioni, si raggiunge l’imbocco della galleria di carreggio, utilizzata dai minatori per raggiungere rapidamente le gallerie di estrazione. Il tratto iniziale della cavità, messo in sicurezza dall’Ente Parco, è visitabile su prenotazione con l’accompagnamento di una guida. Indossati gli elmetti protettivi è quindi possibile accedere a un breve percorso sotterraneo attrezzato, con la possibilità di rivivere la storia di questo luogo scritta negli anni dal duro lavoro dei minatori.